Intervista per BIMportale del 10 febbraio 2021: https://www.bimportale.com/francesco-barbieri-milan-ingegneria-la-rivoluzione-digitale-iniziata-serve-maggiore-consapevolezza/
Alla ricerca di competenze sempre più qualificanti e rivolte al futuro, l’ing. Francesco Barbieri è entrato nel mondo del Building Information Modeling, che ha scoperto essere un nuovo punto di partenza. Oggi è BIM Specialist presso Milan Ingegneria, una delle principali società italiane di ingegneria, attiva sia nel panorama nazionale che in quello estero.
Quale è stato il percorso professionale che l’ha portata al BIM?
Nei mesi precedenti alla sessione di laurea in ingegneria, mi sono reso conto che avevo ancora energie da investire nel mio percorso formativo e mi sono quindi prodigato per capire quale potesse essere l’indirizzo migliore per il mio futuro professionale. Penso che in un mercato del lavoro ampio come quello attuale, soprattutto in campo ingegneristico, sia necessario emergere attraverso l’acquisizione di competenze sempre più qualificanti, anche trasversali al proprio percorso di studi, da ingegnere civile nel mio caso. Con questo obbiettivo, ho quindi cercato una specializzazione che mi desse la possibilità di avere qualcosa in più e allo stesso tempo che mi fornisse nuovi stimoli per continuare la mia attività di formazione. È in questo contesto che, durante la mia attività di ricerca come Tutor Didattico presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara, mi sono imbattuto nel Building Information Modeling.
Una volta entrato in questo mondo, mi sono subito reso conto che in realtà quello che offriva non era solo una specializzazione, ma un nuovo punto di partenza. Se si hanno la curiosità e la determinazione giuste, le opportunità che il BIM offre sono infinite e non si limitano solamente al semplice utilizzo di programmi di modellazione o alla redazione di elaborati grafici. Ho così deciso di investire in questo settore e di svolgere il master di II livello in BIM Management organizzato dalla Scuola Master “Fratelli Pesenti” presso il Politecnico di Milano, dove ho presentato una tesi sulla gestione della qualità dei modelli BIM con Dynamo e sullo studio dell’interoperabilità di Autodesk Revit con i software di calcolo strutturale, che mi è valsa la menzione nella categoria di ricerca dei BIM&Digital Awards 2020, i più importanti premi a livello nazionale su innovazione e trasformazione digitale delle costruzioni.
Terminato il percorso di studi post-laurea ho iniziato a lavorare a Milano, dove ho svolto ruoli di ingegnere strutturista e di modellatore e coordinatore in ambito BIM. Oggi sono BIM Specialist di Milan Ingegneria, una delle principali società italiane di ingegneria, attiva sia nel panorama nazionale che in quello estero.
Quali sono le principali caratteristiche della sua figura professionale?
Dal punto di vista generale, ritengo che chi voglia intraprendere un percorso professionale nel mondo del Building Information Modeling debba assolutamente avere una mentalità aperta ed una continua voglia di esplorare. In poche parole, soprattutto se si aspirano a ricoprire mansioni importanti, non bisogna accontentarsi. Questo settore, infatti, è molto dinamico e – per di più – è soltanto agli albori e per questo è ancora in continua e rapida evoluzione. Il vantaggio per i professionisti che decidono di investire adesso in questo campo è quello di potersi inserire e specializzare in settori ancora poco esplorati, il che conduce ad ottime opportunità di lavoro e di carriera.
Quello che offre il BIM ai professionisti del settore dell’AEC è di ripensare completamente il modo di fare ingegneria, unendo il mondo della digitalizzazione e dell’industria 4.0 a quello della progettazione edilizia più tradizionale. Uno degli aspetti principali richiesti a chi mira a svolgere un ruolo di coordinamento e manageriale in ambito BIM è inoltre quello di avere conoscenze trasversali non solo nelle discipline architettoniche e ingegneristiche, ma anche digitali e di project management, in quanto è necessario interfacciarsi con progettisti e clienti, gestire le risorse del personale, conoscere i flussi di lavoro, definire gli obbiettivi di progetto, avere padronanza degli strumenti informatici, capire quali mezzi sono necessari per raggiungere gli obiettivi, tenere sotto controllo i tempi ed i costi previsti con il cliente.
Andando più nello specifico, nella mia attuale posizione di BIM Specialist all’interno di Milan Ingegneria mi occupo di modellazione di strutture in ambiente parametrico, redazione di elaborati grafici strutturali a livello preliminare, definitivo ed esecutivo, creazione di famiglie parametriche, coordinamento progettuale interno e multidisciplinare, sempre seguendo i rigorosi standard e i flussi informativi utilizzati dallo studio. È un ruolo che permette di lavorare soprattutto sul modello informativo e di essere a stretto contatto con il progetto strutturale, affrontando le tematiche più importanti del processo evolutivo dell’opera ed entrando nel merito dei dettagli costruttivi.
Come si lavora in BIM all’interno della sua azienda?
In Milan Ingegneria il BIM non è semplicemente un reparto, bensì una metodologia strutturata che coinvolge l’intera organizzazione societaria e tutti i suoi collaboratori: solamente in questo modo è possibile sfruttare a pieno i benefici di questo sistema.
Inizialmente è stato necessario investire tempo e risorse per la formazione del personale, la definizione degli standard, l’acquisto delle licenze dei nuovi software e soprattutto un lungo periodo di pratica per assimilare i processi, ma ora si stanno raccogliendo i frutti ed i miglioramenti sono evidenti. Metodi e convenzioni come quelli utilizzati all’interno di Milan Ingegneria fanno infatti una enorme differenza, sia in termini di qualità dei risultati progettuali che di coordinamento dell’intero team di lavoro. Il processo non è stato né semplice né rapido: il coinvolgimento del BIM nei flussi di lavoro aziendali è passato da circa il 12% al 90% in 7 anni.
All’interno dello studio utilizziamo Autodesk Revit come software di authoring e modellazione parametrica, al quale affianchiamo Navisworks per il coordinamento ed il controllo delle interferenze, BIM360 come ambiente di gestione e condivisione dei dati e gli altri strumenti BIM sviluppati da Autodesk per le ulteriori funzionalità esterne. Le potenzialità del software sono sfruttate anche per il 4D ed il 5D, estraendo direttamente le informazioni necessarie per elaborare i cronoprogrammi ed i computi metrici e calcolare così i costi di progetto.
Oltre ad essere il più diffuso, a mio parere Autodesk Revit è senza dubbio il più completo software in ambito di Building Information Modeling, permettendo di inserire, gestire ed estrarre qualsiasi tipo di informazione, importare ed esportare entità con la maggior parte dei software di calcolo con plug-in dedicati, definire comandi personalizzati con piattaforme di programmazione visuale come Dynamo, oltre ovviamente a supportare tutte le versioni dei formati aperti IFC.
Per aumentare il livello dei modelli informativi e degli elaborati grafici che vengono emessi, lo studio ha definito e perfezionato nel corso degli anni una serie di documenti per la gestione del sistema interno della qualità, in merito alla definizione delle famiglie parametriche personalizzate, alla denominazione e alla codifica degli elementi, alla gestione dell’Ambiente di Condivisione Dati (ACDat).
A trarre vantaggio da un simile processo – nel quale si focalizza l’attenzione sullo scambio di informazioni e che ha assorbito con intelligenza e consapevolezza i concetti del BIM – non siamo solamente noi progettisti, ma anche le amministrazioni che possono tenere sotto controllo i team di lavoro in termini di tempistiche e costi, i committenti che ottengono un servizio di elevata qualità, oltre all’intero settore del facility management che può valersi di nuove tecnologie per la gestione degli immobili e delle infrastrutture in termini di amministrazione, manutenzione e sostenibilità.
Può raccontarci qualche progetto su cui sta lavorando?
Milan Ingegneria è attiva in tutto il territorio italiano e fuori dai confini nazionali, con progetti che spaziano dall’ambito commerciale a quello residenziale, passando per quello culturale e quello sanitario. Attualmente ci stiamo occupando soprattutto dei principali interventi nelle più grandi ed importanti aree di rigenerazione urbana di Milano: da MIND – il Milano Innovation District, passando per le ex-aree Falck, fino al nuovo progetto di Milanosesto. Questi nuovi quartieri rappresentano una svolta per il futuro della città e dell’intero paese: si tratta infatti dei più importanti investimenti immobiliari attualmente in corso, che sicuramente contribuiranno allo sviluppo economico di Milano, ripartito con lo slancio di Expo 2015 e che proseguirà con le olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.
A Milano, la società si è occupata di recente del progetto strutturale di VP22, i cosiddetti “Boschi Nascosti” nelle vicinanze della Stazione Centrale, nati dalla visione architettonica di Tectoo. La fase di cantiere ha visto la realizzazione dei piani interrati mediante l’utilizzo della tecnica del top-down, che ha reso necessario ricorrere ad una modellazione tridimensionale sviluppata per fasi progettuali. La metodologia BIM ha permesso in questo modo di prevedere problematiche di cantiere e di perfezionare con precisione ogni singolo dettaglio dei collegamenti. I piani fuori terra sono caratterizzati da una struttura mista, mediante l’utilizzo di pilastri e travi in acciaio e solai realizzati tramite prefabbricati alveolari. I piani in sommità sono invece caratterizzati da una struttura in acciaio, costituita da travi reticolari supportate dal core, il nucleo centrale in cemento armato. Particolare attenzione è stata posta al tema della sostenibilità ambientale e alla progettazione del verde, che scandisce l’intera costruzione. La gestione dei costi è stata implementata da tutti gli studi partecipanti al team di progetto attraverso l’esportazione delle quantità direttamente dal software di modellazione.
Sempre a Milano, nel quartiere di Santa Giulia, è in corso di realizzazione il complesso direzionale Spark One ideato da Progetto CMR, che ha visto Milan Ingegneria impegnata nell’intero iter del progetto strutturale, dalla fase preliminare a quella esecutiva. Qui la metodologia BIM ha permesso di affrontare tutti gli aspetti progettuali attraverso le diverse fasi di progettazione, ognuna differenziata in funzione del corrispondente LOD (Level Of Development) degli oggetti parametrici contenuti nei modelli informativi, tra cui il coordinamento interdisciplinare e la risoluzione delle interferenze.
Oltre che nel capoluogo lombardo, Milan Ingegneria è attiva anche nel resto del territorio nazionale. Lo studio ha da poco completato il progetto dell’ampliamento del polo fieristico di Rimini, su progetto architettonico di GMP Architekten. L’incarico prevedeva la realizzazione della nuova cupola, che oggi rappresenta la più grande in legno lamellare mai realizzata in Europa. In questo caso il progetto strutturale aveva anche una importante valenza architettonica, ed il modello della copertura è stato realizzato con l’ausilio di Dynamo per definirne la particolare geometria. L’utilizzo di Autodesk Revit come software di modellazione ha permesso l’interoperabilità del modello con il software di calcolo strutturale, attraverso lo scambio continuo di dati attraverso tutti i progettisti dello studio coinvolti.
Ormai da diversi anni lo studio è coinvolto insieme a Renzo Piano Building Workshop nello sviluppo di diversi progetti per la realizzazione di strutture ospedaliere, sia in Italia che all’estero, soprattutto in Grecia. Nel progetto del nuovo Hospice Pediatrico di Bologna, ad esempio, l’utilizzo di software e processi Building Information Modeling è stato di fondamentale importanza durante l’intero flusso di progetto per coordinare i team di lavoro e, attraverso continue clash detection, verificare le possibili interferenze della maglia strutturale con le componenti impiantistiche, entrambe vincolate dalla caratteristica sospensione da terra del volume architettonico, voluta da RPBW per dare maggiore leggerezza all’intero complesso.
Al di fuori dei confini nazionali, di recente Milan Ingegneria è stata coinvolta nel progetto della nuova Sede delle Autorità delle Poste e delle Telecomunicazioni di Algeri, su progetto architettonico di Mario Cucinella Architects. La sfida principale del progetto è stata quella di definizione della diagrid, adattando la struttura portante in acciaio alla particolare geometria della facciata, modellata dallo studio di architettura tramite l’ausilio di software di visual programming. In questo caso risulta evidente come senza una progettazione avanzata di tipo parametrico e senza lo scambio di modelli ed informazioni tipici della metodologia BIM sarebbe stato impossibile prevedere con precisione tutti gli elementi strutturali utilizzati in un progetto così complesso.
Quali sono secondo lei le prospettive future del BIM in Italia?
Il Building Information Modeling sta finalmente accelerando la sua diffusione in Italia, anche se questo è vero principalmente nei mercati delle città più sviluppate del paese. Le normative attualmente in vigore e quelle che gradualmente subentreranno stanno sicuramente aiutando lo sviluppo del settore, soprattutto nel campo degli appalti pubblici con il DM 560/2017. Quello che sto osservando con piacere e che ritengo estremamente utile, è un periodo di “buona pratica”, durante il quale professionisti di diverse società collaborano nei progetti mettendo sul campo le proprie conoscenze e le proprie infrastrutture BIM. Ci sono realtà già in stato avanzato, altre migliorabili, altre ancora in alto mare, ma questo periodo di rodaggio è fondamentale per capire in che direzione si sta andando, a che punto sono i partner ed i concorrenti, come poter migliorare la propria organizzazione.
Quello che però risulta realmente necessario nel nostro paese è un cambio di mentalità, e soprattutto maggiore consapevolezza di quello che stiamo facendo. L’applicazione del BIM rappresenta infatti una opportunità e in molti casi anche una necessità – come ha dimostrato il recente periodo di smart-working forzato – ma ancora troppo diffusamente viene vista come un mero obbligo burocratico. Il risultato è la presenza di realtà nelle quali si cerca di evitare il problema o, ancora, si pensa di “fare BIM” utilizzando semplicemente un software, senza aver adattato la propria organizzazione ad un concreto processo di digitalizzazione informativa. L’ostacolo in un paese come il nostro probabilmente è proprio la concezione: soprattutto in un settore come quello delle costruzioni, basato su processi e metodi tradizionali e radicati, si fatica ad introdurre una nuova metodologia basata interamente sul digitale, a differenza di settori più dinamici come l’industria meccanica o quella informatica.
Il fatto che fino ad ora si sia progettato e costruito senza BIM non significa che non sia diventato indispensabile per il futuro del settore e che non possa portare benefici ormai essenziali – come poter trattare strutture più articolate, ottenere maggiore precisione nei dettagli costruttivi, ridurre la quantità degli errori progettuali, avere più controllo delle fasi di cantiere – ma ancora troppi professionisti sono scettici sull’argomento. Quando sarà maggiormente diffusa la consapevolezza che il BIM rappresenta una reale esigenza e che, come per tutte le rivoluzioni, non basta un giorno per ottenerne i risultati, allora veramente staremo andando tutti nella stessa direzione e le normative che stiamo introducendo avranno un effetto concreto.
Questo non significa che in Italia siamo indietro, ma che bisogna continuare ad insistere, in quanto il momento è cruciale per lo sviluppo del settore: ci troviamo nella fase in cui, introdotto il modello, è necessario applicarlo e migliorarlo. In questi anni è in corso il radicale processo di cambiamento che ci aspettavamo, ma dovrà essere supportato da formazione e pratica per portare ad una profonda evoluzione dell’intero sistema. La strada che stiamo intraprendendo è sicuramente quella giusta, e se prima parlavamo di Building Information Modeling guardando al futuro, oggi possiamo finalmente affermare che la rivoluzione digitale è iniziata e che sta aprendo nuovi ed interessanti scenari.